di Gori Claudio (direttore@irog.it)
Ing. Leonardo Antonio Cetera, sono passati sei anni dalla sua precedente intervista sul tema Interporto”. Lei fu il primo ad avviare, nell’agosto 2019 con Sandre del Mattino di Padova, un dibattito lungo una settimana sulle pagine del quotidiano ovvero sulla sua proposta di aprire la società interportuale ad un privato, al fine di accelerare lo sviluppo e investire sui collegamenti verso l’esterno, che a suo dire sembrano del tutto carenti. Oggi tutti le han dato ragione.
“Ricordo molto bene ed ho conservato il messaggio del direttore Possamai, definendo la mia proposta una ‘provocazione molto interessante e motivata’. Ma io proponevo di cedere una quota di ‘minoranza’, sebbene importante, per non essere fagocitati così come oggi sta accadendo. Aderì subito Fabio Bui, allora Presidente della Provincia di Padova, Sergio Giordani, oggi sindaco di Padova e attuale Presidente della Provincia di Padova, rispose con un ‘ni’ e con alcuni distinguo. Fu Santocono ad affossare la mia proposta, allergico ad un privato di peso e favorevole solo ad un partner pubblico.
Nel 2025 Santocono è, con mia sorpresa, fatalmente entusiasta della cessione di un assurdo ed eccessivo 70% delle quote societarie al privato, di fatto perdendo la “patavinità” decisionale e reale della migliore società pubblica che ci era rimasta. Interessante una sua recente dichiarazione: ‘non c’è pericolo di perdita del controllo’, praticamente una visione diversa della matematica dalla mia. In gennaio il Presidente Greco affermava che “sarà una partnership vera, alla pari, non da soggetto minore: il terminal funziona bene così com’è, siamo in una posizione di forza”. Tant’è che dopo 6 mesi…”
Ing… Cetera riconoscendole quindi la paternità dell’operazione, oggi lei scrive una “lettera aperta” ai tre grandi soci di Interporto (Comune, CamCom e Provincia) chiedendo la sostituzione della commissione di gara (in corso) per la scelta del partner logistico al 70% nella Newco e non solo.
“Vede Gori, di seguito le rispondo con l’esatto e integrale contenuto che ho inviato a Lei e ai quotidiani locali di Padova.”
[ricevo e riporto di seguito il testo integrale della lettera aperta dell’Ing. Cetera, come da egli richiesto a titolo di risposta con dettagli e maggiori precisazioni]
“La scelta del partner privato nella Newco per il Terminal intermodale di Interporto Padova – in gara il 70% della nuova società con base almeno 60 milioni di euro, partecipanti due grandi gruppi internazionali – è una decisione che segnerà il futuro economico di Padova per decenni.
Non è una pratica qualsiasi: è “LA” partita strategica dell’Interporto. Il Disciplinare parla chiaro:
- all’Art. 9.1 affida 80 punti su 100 alla qualità del progetto tecnico: network ferroviario e marittimo, sviluppo del terminal, tecnologie e automazione, accesso equo e non discriminatorio, sostenibilità finanziaria;
- all’Art. 10 richiede che la Commissione sia composta da 5 “membri esperti”, selezionati in base a comprovata esperienza accertata curricularmente.
La Commissione nominata da Interporto Spa risulta composta da:
- il Direttore Generale di Interporto, presidente;
- tre rappresentanti di Camera di Commercio, Comune e Provincia, soci di maggioranza;
- una docente di diritto pubblico.
Tradotto in sostanza:
- un solo componente (il D.G.) ha esperienza diretta di gestione di un terminal intermodale;
- una componente può presidiare i profili giuridici;
- tre componenti sono figure istituzionali stimate ma senza un chiaro curriculum specifico in terminalistica, logistica intermodale e piani industriali del settore.
La composizione attuale della Commissione appare seriamente discutibile rispetto alla coerenza con i requisiti sostanziali dell’Art. 10 e con il contenuto dei criteri tecnici di cui all’Art. 9.1: sugli 80 punti tecnici, la maggioranza dei commissari non sembra avere le competenze per valutare davvero ciò che devono giudicare.
C’è un altro grave nodo: il Direttore Generale di Interporto è
- l’unico vero esperto tecnico del terminal,
- il presidente della Commissione,
- il vertice operativo dell’ente che conferisce il ramo d’azienda e resta socio al 30% nella futura Newco.
Perciò, chi oggi governa il terminal, ne conosce tutti i dati sensibili e ha un interesse diretto agli equilibri futuri si trova a guidare il giudizio sui progetti dei potenziali partner, davanti a tre commissari non specialisti che inevitabilmente dipenderanno dal suo parere tecnico. Non serve evocare reati per vedere il problema: questa è una situazione di evidente conflitto di ruoli e di squilibrio strutturale dentro la Commissione.
In una procedura di tale delicatezza, la scelta di buon senso sarebbe stata che il Direttore Generale non sedesse affatto in Commissione, e men che meno ne fosse il presidente. Si è fatto l’esatto contrario.
Per questi motivi:
- ritengo che la composizione della Commissione non rispetti lo spirito degli artt. 9.1 e 10 del Disciplinare;
- considero politicamente inaccettabile e istituzionalmente miope aver concentrato la funzione tecnica e di guida della Commissione proprio sul D.G.;
- chiedo ai Soci pubblici di Interporto di intervenire, rivedendo la composizione della Commissione e sostituendo i membri privi di adeguata competenza settoriale con veri esperti indipendenti di logistica intermodale, terminalistica ed economia dei trasporti.
Non si tratta di fermare la ricerca di un partner privato, ma di evitare che una partita decisiva per Padova venga giocata con una Commissione sbilanciata, debole e priva della terzietà che i cittadini hanno diritto di pretendere. Voglio infine significare che le considerazioni qui espresse sono valutazioni tecniche e opinioni personali, formulate sulla base di atti pubblici e informazioni di dominio pubblico, e non intendono in alcun modo anticipare giudizi di responsabilità penale che spettano esclusivamente alla magistratura.”























