L’allestimento di un presepe senza volto nella Grand-Place di Bruxelles ha generato nelle ultime ore un intenso dibattito pubblico in diversi Paesi europei, Italia compresa. L’iniziativa artistica — che nelle intenzioni degli organizzatori mirerebbe a rappresentare una Natività “universale e inclusiva” — è stata accolta con opinioni contrastanti da istituzioni, associazioni, cittadini e gruppi politici.
Il contesto: un’opera simbolica che divide le capitali europee
Il presepe, composto da figure prive di tratti somatici, si inserisce in un più ampio programma culturale volto a rileggere le tradizioni natalizie in chiave contemporanea. Tuttavia, la scelta ha suscitato critiche da parte di una parte dell’opinione pubblica, che interpreta l’opera come una rimozione degli elementi identitari del Natale cristiano.
Le reazioni in Italia: posizioni dei movimenti politici italiani
Tra le realtà che hanno commentato l’iniziativa figura Forza Nuova Padova, movimento politico noto per le sue posizioni radicali. I suoi rappresentanti provinciali e regionali hanno espresso una forte opposizione all’allestimento, interpretandolo come un segnale di “indebolimento delle radici cristiane europee”.
Nelle dichiarazioni dei coordinatori locali, l’installazione viene descritta come parte di un processo di “annacquamento” delle tradizioni. Le parole espresse — molto dure e politicamente marcate — riflettono una prospettiva critica verso alcune politiche culturali europee considerate eccessivamente orientate all’inclusività.
Diego Perin, coordinatore provinciale di Forza Nuova Padova, dichiara: “Questo presepe della sharia è un insulto gravissimo alle nostre tradizioni cristiane. Gesù, Giuseppe e Maria senza volto non sono un gesto di universalità, ma un atto di sottomissione che mira a islamicizzare il Natale. Non possiamo tollerare che le nostre radici vengano sfregiate per compiacere minoranze che non rispettano la nostra eredità. Forza Nuova si oppone con decisione a questa deriva, e invita tutti i cittadini a difendere il vero significato del presepe come simbolo della nostra fede e identità nazionale.”
Luca Leardini, coordinatore regionale di Forza Nuova Veneto, dichiara: “Da Bruxelles a Genova, assistiamo a un sistematico annacquamento delle nostre tradizioni: il presepe abolito per un villaggio di Babbo Natale o reso anonimo per non ‘offendere’ altre religioni. Questo è il frutto di politiche immigrazioniste che privilegiano l’invasore rispetto al popolo autoctono. Forza Nuova lotterà per ripristinare il rispetto delle nostre radici cristiane in ogni piazza e istituzione, contro chi vuole trasformare l’Europa in un califfato culturale. Basta con queste provocazioni: è tempo di reagire e riconquistare la nostra sovranità spirituale.”
L’altro lato del confronto: inclusione, arte contemporanea e pluralismo
Sul fronte opposto, amministratori, curatori culturali e associazioni europee sottolineano invece che l’iniziativa rientra in un percorso creativo volto a rendere i simboli natalizi comprensibili a un pubblico multiculturale. Secondo questa lettura, l’assenza dei volti non costituirebbe una negazione dell’identità cristiana, bensì un tentativo di dialogo tra culture in un contesto urbano globalizzato.
Una discussione che supera i confini nazionali
Il caso del presepe di Bruxelles si inserisce in un dibattito più ampio già presente in molte città europee, dove le celebrazioni pubbliche del Natale vengono reinterpretate con sensibilità diverse: tra chi chiede di valorizzare la tradizione religiosa e chi auspica forme più inclusive. La questione continua a alimentare un confronto tra identità culturale, libertà artistica, convivenza multiculturale e ruolo delle istituzioni pubbliche nella gestione dei simboli religiosi.























