I più maturi ricorderanno Un tram che si chiama desiderio. In quell’opera il tram era metafora del viaggio verso la disillusione.
Oggi, a Padova, quel titolo torna inevitabilmente alla mente, ma – dichiara Sebastiano Arcoraci dello Sportello Consumatori UGCONS di Padova – come simbolo di un servizio che dovrebbe rappresentare evoluzione, sostenibilità, efficienza e che invece troppo spesso si traduce in disagio, ritardi e frustrazione.
Il tram a Padova si ferma, ancora e ancora. I cittadini attendono. Cambiano mezzi. Rinunciano. Si adattano.
È successo in estate: due mesi e mezzo di fermo a ridosso dell’apertura delle scuole, con migliaia di studenti e famiglie costrette a soluzioni emergenziali più costose, meno sostenibili e decisamente più inquinanti.
Giovedì 26 novembre il problema si è ripetuto al mattino presto: un nuovo stop di quattro giorni in prossimità della Stazione, sembra per colpa del freddo come dichiarato dall’Amministrazione comunale.
UGCONS di Padova ritiene ora necessario sollevare una questione concreta – prosegue Arcoraci -: chi risarcirà gli utenti per i costi aggiuntivi affrontati durante i blocchi del servizio? Taxi, mezzi sostitutivi privi di comfort, ritardi lavorativi, tempo perso e stress accumulato ovvero elementi che possono configurare un danno civilisticamente rivalutabile, anche per quanto previsto dalle Condizioni di utilizzo del Trasporto Urbano stabilite dall’Azienda stessa.
E’ doveroso che l’azienda si esprima con trasparenza e tempestività.
L’Amministrazione, tramite l’Assessore Ragona, ha definito questi episodi come “normali anomalie tecniche”. UGCONS Padova, invece, chiede chiarezza: se sono normali, allora – aggiunge Arcoraci – sono prevedibili. Se sono prevedibili, allora sono evitabili. E se sono evitabili, allora perché continuano a verificarsi?
Il tempo della sperimentazione è finito, serve un mezzo che non sia solo un simbolo romantico di ciò che vorremmo, ma un servizio pubblico concreto, accessibile, solido.
Ogni ulteriore ritardo non sarà più tollerato.
