Una vasta operazione della Polizia di Stato di Padova ha colpito al cuore un’organizzazione criminale specializzata in truffe ed estorsioni ai danni di anziani in tutto il Paese. Su delega della Procura, la Squadra Mobile ha eseguito 11 misure cautelari tra Veneto e Campania, mettendo fine a un sistema strutturato e operativo su base nazionale, con vertice riconducibile a un 32enne con precedenti per associazione mafiosa, droga e tentato omicidio.
Il blitz è scattato alle 4 del mattino del 28 novembre con l’impiego di 100 agenti, supportati dai colleghi della Questura di Napoli. Due indagati sono finiti in carcere, mentre per altri nove sono stati disposti obblighi di dimora e firma quotidiana, limitandone gli spostamenti e impedendo nuove attività criminali.
Come operava la rete: finti carabinieri e finti avvocati
La tecnica delle truffe era raffinata quanto crudele: un finto maresciallo o avvocato contattava le vittime al telefono, quasi sempre persone anziane, raccontando di parenti coinvolti in gravi incidenti stradali. Per “evitare l’arresto”, veniva richiesta una cauzione immediata in contanti o oro. Un “esattore” raggiungeva poi la vittima per ritirare denaro e preziosi.
In molti casi le telefonate partivano da un appartamento nel quartiere Forcella di Napoli, utilizzato come centrale operativa con SIM intestate a identità fittizie. Gli esecutori materiali raggiungevano poi il Nord con auto a noleggio o treni, per rientrare subito dopo con il bottino.
I numeri dell’indagine
Nel corso dell’inchiesta sono stati ricostruiti 15 episodi accertati tra il 2024 e il 2025, con fatti commessi tra Padova, Modena, Venezia, Trento, Cuneo, Teramo, Ascoli Piceno e Bolzano. La Polizia ha recuperato refurtiva per oltre 400mila euro, riconsegnata alle vittime.
Il fenomeno resta preoccupante: solo nella provincia di Padova, nel 2025, si sono registrati 671 casi di truffe agli anziani, con un danno economico stimato in circa 5 milioni di euro.
Indagini in corso e stato giuridico degli indagati
L’operazione ha confermato la presenza di una rete strutturata con ruoli ben definiti: centralinisti, reclutatori, trasfertisti, esattori. Gli indagati dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata a estorsioni e truffe aggravate. Si precisa che il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari e tutti gli imputati sono da considerarsi non colpevoli fino a sentenza definitiva.























