“Il Pronto Soccorso di Padova non regge più: i numeri diffusi ieri dal Direttore parlano chiaro e fotografano una situazione ormai al limite della sostenibilità”. È l’allarme lanciato da Sebastiano Arcoraci, responsabile dello Sportello UGL Consumatori, a fronte del nuovo report sulle attività di emergenza-urgenza cittadine.
Nei primi nove mesi del 2025, oltre 101 mila persone hanno fatto ricorso ai Pronto Soccorso di Padova (75 mila in Azienda Ospedaliera e 26 mila al S. Antonio), un dato destinato a superare le 136 mila presenze entro fine anno. Un numero enorme, che equivale a circa il 70% degli abitanti della città.
Un’emergenza nell’emergenza
Dall’analisi emergono elementi preoccupanti:
- il 70% degli accessi è codice bianco, sintomo della mancanza di una vera sanità di prossimità;
- il 30% dei pazienti ha più di 75 anni, segnalando una pressione crescente delle fasce più fragili;
- solo il 19% viene ricoverato, mentre l’80% viene dimesso dopo ore di attesa snervante.
“La realtà – denuncia Arcoraci – è che i cittadini, senza Case di Comunità e con liste d’attesa interminabili, sono costretti a rivolgersi ai Pronto Soccorso, intasandoli e scaricando tutto il peso su un personale già stremato”.
Personale allo stremo
Nei due Pronto Soccorso padovani lavorano circa 150 operatori (40 medici, 80 infermieri, 36 OSS). Numeri insufficienti rispetto all’enorme mole di lavoro. A livello regionale, l’Assessore Lanzarin ha stimato la necessità di 3.000 infermieri e 350 medici in più entro 3 anni. A Padova, ne servirebbero almeno 80 medici e 500 infermieri, ma nulla si sta muovendo con la necessaria urgenza.
Le proposte dell’UGL Consumatori di Padova
Per Arcoraci è indispensabile:
- programmare concorsi mirati per medici d’emergenza e infermieri, prevedendo incentivi economici per frenare la fuga verso il privato o l’estero;
- superare la logica dei “gettonisti”, che impoverisce il sistema pubblico;
- introdurre un nuovo codice “Argento” nel triage, dedicato agli over 75, per ridurre i tempi di attesa e garantire maggiore tutela a una fascia fragile e sempre più presente nei PS.
L’appello alla politica
“Non servono slogan – conclude Arcoraci – ma risposte immediate e concrete. La prossima Giunta regionale dovrà mettere la sanità pubblica al centro delle proprie priorità, tutelando i cittadini e il personale sanitario che oggi lavora sotto pressione continua. Il tempo è scaduto: servono azioni, hic et nunc!”.





















