Un’operazione nazionale contro i reati giovanili
Si sono concluse il 12 settembre le operazioni ad “alto impatto” avviate il 22 agosto in tutta Italia, coordinate dal Servizio centrale operativo e condotte dalle Squadre mobili delle Questure con il supporto dei Reparti prevenzione crimine e degli Uffici territoriali.
L’attività ha avuto come obiettivo il contrasto dei reati commessi da giovani e minorenni, sia individualmente sia in gruppo, con particolare attenzione a:
- delitti contro la persona e il patrimonio,
- spaccio e consumo di sostanze stupefacenti,
- detenzione illegale di armi,
- comportamenti discriminatori e incitamenti all’odio.
Le indagini si sono avvalse anche del monitoraggio del web e di controlli mirati nei luoghi di aggregazione giovanile, dalla movida ai centri commerciali.
I numeri dell’operazione
I risultati ottenuti in tre settimane di attività sono significativi:
- 62.822 persone identificate, di cui 10.605 minorenni, soprattutto in aree di spaccio e luoghi di divertimento.
- 305 arresti complessivi: 283 maggiorenni e 22 minorenni, per reati che vanno dalle lesioni allo spaccio, fino alla detenzione di armi.
- 81 ordinanze di custodia cautelare per adulti e 7 provvedimenti restrittivi per minorenni.
- 1.290 denunce: 1.110 maggiorenni e 180 minorenni.
- 829 immobili controllati, tra cui 58 strutture per minori stranieri non accompagnati, 136 sale giochi e 464 esercizi commerciali.
- Sequestrati 99 chili di droga, tra cocaina, eroina, hashish e cannabinoidi, oltre a shaboo, ecstasy, MDMA e benzodiazepine.
- Armi sequestrate: 2 fucili, 36 pistole, 89 coltelli e numerosi oggetti atti a offendere, tra cui katane, taser, mazze e tirapugni.
- Recuperati beni rubati: gioielli, orologi, cellulari, documenti falsi e banconote contraffatte.
- 425 sanzioni amministrative per uso di stupefacenti e somministrazione di alcolici.
- 1.300 profili social monitorati, di cui 5 segnalati per contenuti che incitavano all’odio e alla violenza contro le forze dell’ordine.
Giovani e criminalità: l’allarme dei “maranza”
Dai riscontri investigativi è emerso che alcuni dei giovani coinvolti risultano riconducibili ai cosiddetti gruppi dei “maranza”, sottoculture giovanili spesso associate a episodi di violenza, intimidazioni e illegalità.
Un fenomeno che, insieme al diffondersi di modelli dev devianti sui social, preoccupa sempre più le forze dell’ordine e chiama in causa scuole, famiglie e istituzioni.
La linea delle istituzioni
L’operazione conferma la strategia del Ministero dell’Interno nel rafforzare i controlli contro la criminalità giovanile organizzata e nel prevenire il radicamento di forme di devianza tra i più giovani. L’azione ad “alto impatto” si inserisce in una più ampia cornice di iniziative di prevenzione, con l’obiettivo di garantire sicurezza nei luoghi di aggregazione e tutelare le vittime più vulnerabili.























