Il futuro di Padova Hall appare sempre più compromesso. Con il venir meno dell’ipotesi di coinvolgimento dell’Università, sfuma quella che sarebbe stata una delle ultime possibilità per riequilibrare i conti della società fieristica partecipata dal Comune di Padova. In assenza di offerte alternative per l’acquisto dei padiglioni, lo scenario che si profila è quello di un definitivo fallimento del progetto di rilancio promosso dall’amministrazione guidata dal sindaco Sergio Giordani.
Un’operazione costosa per le casse pubbliche
Secondo i dati emersi, il tentativo di riportare sotto controllo pubblico l’ex Fiera ha comportato circa 35 milioni di euro di ricapitalizzazioni in sette anni, a cui si sommano oltre 20 milioni di perdite complessive.
Un peso rilevante che continua a riflettersi sul bilancio comunale.
Nel bilancio 2025 una nuova voce critica
Nel bilancio comunale 2025 è infatti iscritta una perdita pari a 13,8 milioni di euro nel Fondo Perdite delle Società Partecipate, importo interamente riconducibile a Padova Hall. Si tratta di quasi un milione in più rispetto al 2024. Risorse che, secondo le forze di opposizione, avrebbero potuto essere destinate all’economia cittadina e ai servizi, anziché coprire passivi societari.
Nel corso degli anni, i piani industriali della società sono stati più volte modificati, così come i vertici chiamati a realizzarli. Una strategia che, secondo i critici, avrebbe finito per snaturare la missione originaria della Fiera, spingendo verso soluzioni considerate estemporanee e lontane dall’oggetto sociale principale.
Il risultato sarebbe stato duplice con la progressiva perdita degli eventi fieristici storici e con l’impoverimento del patrimonio economico e immobiliare della società
Da eccellenza nazionale a nodo irrisolto
Fondata nel 1919 come prima Fiera Campionaria d’Italia, Padova rappresentava per decenni un punto di riferimento per il sistema fieristico nazionale. Oggi, secondo le opposizioni, Padova Hall rischia di ridursi a un asset immobiliare improduttivo, destinato a essere inglobato nell’area dell’Interporto senza una reale funzione strategica.
Il confronto con altri poli fieristici del Nord Italia – come Vicenza, Verona, Rimini o Bergamo – che registrano risultati positivi, alimenta il dibattito sulla validità delle scelte compiute.
Le richieste dell’opposizione: confronto pubblico e trasparenza
Sulla vicenda intervengono Enrico Turrin (Fratelli d’Italia), Presidente della IX Commissione Controllo e Vigilanza, e Ubaldo Lonardi (Lega), Vicepresidente del Consiglio comunale.
Secondo i due esponenti di centrodestra, la gestione di Padova Hall rappresenta un caso che richiede una disamina pubblica immediata, un confronto in Consiglio comunale e un coinvolgimento diretto delle categorie economiche.
Al centro della richiesta c’è la chiarezza sui conti, oltre le responsabilità politiche e la valutazione degli effetti economici sul territorio. Un passaggio ritenuto necessario per comprendere come una delle principali infrastrutture economiche cittadine sia arrivata a una situazione così critica.

























