“Mai come adesso la pace grida la sua urgenza”. È con le parole del Presidente Mattarella che la Rettrice dell’Università degli Studi di Padova, Daniela Mapelli, ha concluso il suo intervento durante l’incontro su “Difesa nazionale e pace”, svoltosi oggi nell’Aula Magna di Palazzo Bo, nell’ambito del ciclo di eventi promosso dall’associazione culturale PadovaLegge, associazione inaugurata nel 2015 da Fabio Pinelli, insieme a Luciano Violante, all’Università di Padova.
In un momento storico segnato da oltre 50 conflitti armati attivi nel mondo – un numero mai così alto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale – l’Università torna a farsi luogo di riflessione profonda. “Le guerre non sono più eventi isolati”, ha dichiarato Mapelli. “Sono diffuse, stratificate, prolungate nel tempo. Civili, religiose, economiche, ambientali. Siamo nell’era della terza guerra mondiale a pezzi”.
Un passaggio particolarmente toccante del discorso ha riguardato la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, descritta come una “tragedia che colpisce le coscienze”, a cui si aggiungono i numerosi altri scenari di crisi globale: Ucraina, Sudan, Myanmar, Yemen. “Tutti conflitti che si trascinano nell’indifferenza o nell’impotenza della comunità internazionale”, ha sottolineato la Rettrice.
Ma il cuore del suo messaggio è stato rivolto a studentesse e studenti, a cui è stato ricordato come la sfida della pace – oggi sempre più intrecciata con la difesa dei diritti umani, la sicurezza digitale, la crisi climatica e le migrazioni – sarà la loro sfida. “La difesa, in senso moderno, è protezione dei diritti. E la pace non è pacifismo inerte: è rispetto della dignità umana, della libertà dei popoli, del diritto internazionale”.
L’Università di Padova, ha ricordato, non è nuova a questo impegno. Il Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca”, da decenni punto di riferimento accademico in Europa, testimonia la vocazione civile e culturale dell’Ateneo.
“Formare è un atto di speranza”, ha concluso Mapelli. “In questo Ateneo crediamo che la conoscenza non sia neutra, ma responsabilità. Che la complessità non vada temuta, ma compresa. Che il dialogo sia la nostra migliore difesa”.
L’incontro ha segnato così non solo un momento di approfondimento, ma anche un forte richiamo etico alla responsabilità intellettuale e civile della comunità accademica e della società tutta.






















