È stato presentato oggi presso l’Opera Immacolata Concezione di Padova il nuovo Progetto di qualificazione professionale degli operatori di assistenza familiare, promosso da ENAIP Veneto e finanziato dalla Regione del Veneto con un milione di euro attraverso fondi FSE+, su bando dell’Assessorato all’Istruzione, Formazione e Lavoro.
Un’iniziativa ambiziosa e strategica che nasce per rispondere a un bisogno crescente: formare, valorizzare e integrare le figure professionali che quotidianamente si prendono cura delle persone anziane, fragili o non autosufficienti, e che troppo spesso restano ai margini del riconoscimento sociale e contrattuale.
Alla presentazione sono intervenute, tra gli altri, Valeria Mantovan, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione del Veneto, e un delegato dell’assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, per sottolineare l’importanza di un’azione congiunta e strutturata nel campo del welfare regionale.
“Con l’approvazione di questo progetto la Regione del Veneto si è messa in gioco in una nuova sfida per migliorare la qualità della vita delle persone più fragili, come gli anziani non autosufficienti e le persone con disabilità – ha sottolineato Valeria Mantovan, assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro, Pari Opportunità della Regione del Veneto –. Il percorso formativo che abbiamo progettato è unico a livello regionale e mira alla qualificazione della figura dell’assistente familiare attraverso una formazione flessibile, accessibile e adattabile ai tempi e alle esigenze di chi si prende cura. Il nostro obiettivo è creare un impatto reale, agendo in modo corale e investendo nella rete di soggetti pubblici e privati per garantire un miglioramento significativo nella vita di chi ha bisogno di cure e di chi si prende cura. Questo è un passo fondamentale per costruire un sistema di assistenza più adeguato e inclusivo per il futuro”.
“Con l’allungarsi della vita – sottolinea l’assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin – è essenziale considerare la qualità con cui le persone vivono questa fase. Restare nella propria casa rappresenta un elemento essenziale di benessere, soprattutto quando la persona è inserita in una rete di relazioni significative. In situazioni di iniziale perdita dell’autosufficienza, l’assistenza e la cura a domicilio consentono di mantenere le proprie abitudini in un ambiente familiare e rassicurante. In questo contesto, la valorizzazione e la qualificazione della figura dell’assistente familiare si inseriscono in un più ampio quadro di politiche di sostegno alla persona, volte a promuovere la domiciliarità. A tal fine, la Regione ha previsto anche un contributo economico della durata di 12 mesi a favore dei caregiver che assistono persone anziane non autosufficienti”, conclude Lanzarin.






















