Due giovani, di 21 e 18 anni, sono stati fermati dagli agenti della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e della Digos di Palermo, con il supporto del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Sicilia Occidentale, con l’accusa di apologia di delitti con finalità di terrorismo.
I provvedimenti di fermo, eseguiti nelle ultime ore, sono il frutto di un’indagine avviata lo scorso marzo. Gli investigatori hanno ricostruito un quadro preoccupante: i due soggetti avrebbero utilizzato diverse piattaforme digitali per diffondere contenuti propagandistici riconducibili allo Stato Islamico, inneggianti alla jihad armata, al martirio e alla violenza come strumento di lotta.
Frasi come “La Sicilia tornerà ad essere l’Emirato islamico” e “Perché non dovrebbe essere sigillata dal mio martirio?” compaiono tra i messaggi pubblicati da uno dei fermati. L’altro condivideva regolarmente immagini di uomini armati, video di Osama Bin Laden, e contenuti inneggianti al Califfato islamico, spesso accompagnati da simbologie e frasi di disprezzo contro Stati Uniti e Israele.
Tra i materiali raccolti e analizzati dalla polizia vi sono anche video dell’attacco del 7 ottobre, esecuzioni di massa compiute da combattenti jihadisti e post sulle vittime palestinesi di Gaza, utilizzati come pretesto per diffondere odio e radicalizzazione.
L’analisi forense dei dispositivi elettronici in loro possesso ha confermato la posizione ideologica estrema dei due giovani e ha fatto emergere preoccupanti segnali di una possibile attivazione operativa imminente.
Alla luce degli elementi raccolti, l’autorità giudiziaria ha disposto per entrambi la misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico.
Le indagini proseguono per accertare eventuali contatti con reti terroristiche internazionali e per monitorare il fenomeno della radicalizzazione online nel territorio siciliano.





















