Il sistema sanitario regionale continua a crescere in modo disordinato, con duplicazioni strutturali e sprechi organizzativi che aggravano inefficienze e aumentano i tempi di attesa. È il caso, ad esempio, della coesistenza di strutture come l’UOC Oculistica dell’Ospedale S. Antonio e la Clinica Oculistica, che svolgono funzioni identiche, ma con risultati e accessi fortemente disomogenei.
L’ULSS 6 Euganea registra oltre 7.700 dipendenti, contro i 6.397 dell’Azienda Ospedaliera: un’espansione che non sempre risponde ai bisogni reali. Anziché moltiplicare le risorse, – dichiara Sebastiano Arcoraci, UGL Consumatori di Padova (UGCONS) – occorre semplificare, accorpare, informatizzare. È inaccettabile che in era digitale i dati anamnestici dei pazienti non siano condivisi tra strutture, costringendo medici a ripetere procedure ogni volta.
Una migliore programmazione e un uso razionale del personale permetterebbero di raddoppiare le prestazioni specialistiche giornaliere, riducendo le attese e migliorando la qualità del servizio. Il fascicolo sanitario elettronico – prosegue Arcoraci dell’Unione Consumatori di UGL – deve essere pienamente operativo, così come l’accesso diretto alle prenotazioni tramite il medico di base.
Non serve aumentare indiscriminatamente il personale, ma correggere i veri squilibri: mancano urgentemente anestesisti, pediatri e medici d’emergenza, non genericamente “più medici”. Serve anche una revisione dei contratti, – puntualizza Arcoraci – con retribuzioni in linea con l’Europa, per fermare la fuga dal pubblico. La sanità deve tornare a mettere al centro il paziente e ascoltare i territori.
Serve meno burocrazia, più efficienza, più dignità per chi lavora e più rispetto per chi ha bisogno di cure.




















