La candidata del Partito Democratico alle regionali, Eleonora Guizzaro, lancia un allarme chiaro: la Bassa Padovana rischia un lento declino economico e sociale se non verranno realizzati investimenti infrastrutturali concreti. I dati sui redditi medi parlano da soli: dodici comuni della zona si collocano tra la 61ª e la 100ª posizione provinciale, con valori compresi tra 18.000 e 23.000 euro, a fronte dei 30.000 del capoluogo.
I numeri del divario economico
Secondo i dati analizzati, comuni come Barbona, Vescovana, Villa Estense, Urbana, Granze e Ponso mostrano redditi tra 21.000 e 23.000 euro, mentre Merlara, Masi, Casale di Scodosia e Piacenza d’Adige scendono sotto i 20.000 euro.
Un gap di oltre 11.000 euro rispetto a Padova città. «Questo territorio – spiega Guizzaro – vive una situazione simile alle regioni del Sud Italia per reddito medio. È un segnale d’allarme che non possiamo ignorare».
Il nodo infrastrutturale: SR10, SFMR e terza corsia A13
La candidata dem punta il dito contro decenni di ritardi nelle opere chiave.
La SR10 Variante Padana Inferiore, concepita nel 1990, ha visto completato un solo tratto nel 2007. Solo nel 2025 ripartiranno i lavori, con conclusione prevista tra il 2028 e il 2029.
Ancora più emblematico è il fallimento del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR), costato oltre un miliardo ma abbandonato nel 2018.
«Il collegamento ferroviario Monselice-Padova era cruciale – ricorda Guizzaro – ma la Bassa padovana ne è rimasta esclusa. Bene la proposta di Manildo di riprenderlo: la mobilità è la chiave dello sviluppo».
Altro fronte critico: la terza corsia dell’A13 e il casello Monselice-Pozzonovo, opere strategiche per il traffico e la logistica, ferme da anni. «È inaccettabile – commenta Guizzaro – che un progetto avviato nel 2016 non sia ancora partito nel 2025».
Effetti sociali: giovani in fuga e territori che si svuotano
Il divario infrastrutturale ha conseguenze dirette sulla demografia e sull’occupazione.
Mentre i comuni ben collegati dell’Alta padovana crescono, quelli della Bassa perdono giovani e famiglie.
«Serve una svolta – sottolinea Guizzaro – con tempi certi e risorse mirate. Solo così potremo restituire dignità e opportunità a chi vive in questi territori».
Eleonora Guizzaro chiude con una promessa concreta: «Il rilancio della Bassa Padovana deve partire da investimenti pubblici e da una pianificazione seria delle infrastrutture. Non si tratta solo di strade e treni, ma di dare un futuro alle persone che ogni giorno fanno vivere questi paesi».





















