Presentata oggi la prima Festa nazionale delle Democratiche, dentro la cornice della Festa nazionale de l’Unità di Reggio Emilia.
Non è una semplice scelta logistica o organizzativa: è una scelta politica, che affonda le sue radici nella memoria e nella prospettiva.
Quest’anno ricordiamo tre anniversari che parlano direttamente alla nostra identità collettiva:
- gli 80 anni dalla Liberazione, che ci hanno restituito la dignità e la democrazia;
- gli 80 anni delle Feste dell’Unità, nate come momenti di ricostruzione popolare e partecipata;
- gli 80 anni dal voto alle donne, quando le nostre madri e nonne hanno conquistato la cittadinanza piena, aprendo la strada alla partecipazione politica femminile.
Tre anniversari che si intrecciano e ci consegnano la responsabilità di non disperdere quella memoria, ma di trasformarla in energia per il presente e per il futuro.
La nostra Festa non è dunque una celebrazione rituale, ma un laboratorio politico femminista. Dentro il programma che vi presentiamo si affrontano nodi decisivi del nostro tempo:
- la democrazia tradita quando i diritti vengono compressi o negati;
- la salute delle donne e i consultori, 50 anni dopo la loro nascita;
- il lavoro femminile tra precarietà e futuro, con uno sguardo alle giovani generazioni;
- la cura tradita, con la voce delle caregiver e delle famiglie che chiedono dignità;
- il rapporto tra sport, pari opportunità e Costituzione;
- fino alla grande questione della violenza di genere: dentro e fuori le mura, nei tribunali, nelle relazioni, ma anche e sempre più nello spazio digitale.
Non possiamo infatti tacere di fronte agli episodi che hanno occupato in questi giorni le cronache, dal gruppo Facebook “Mia Moglie” al sito “Phica.net”, che ci hanno ricordato quanto la violenza digitale sia già oggi uno stupro reale, una violazione profonda delle donne, della loro dignità e libertà. È il patriarcato che si trasforma e si aggiorna e che noi siamo chiamate a contrastare con più forza e più strumenti: legali, culturali e politici insieme agli uomini consapevoli e necessari alleati nel cambio di paradigma.
In questa Festa c’è anche un respiro internazionale. Guardiamo al mondo in fiamme, ai conflitti dimenticati, a Gaza. Non possiamo accettare che la guerra continui a distruggere vite innocenti, che la fame diventi arma di guerra, che il diritto internazionale sia calpestato. Le donne democratiche dicono con forza che la pace è il nostro orizzonte politico più alto, e che la politica deve farsi carico di un impegno più serio e più coraggioso per fermare i massacri e aprire spazi di dialogo.
Questa Festa delle Democratiche è parte integrante della Festa nazionale dell’Unità e insieme rappresenta un salto di qualità per il Partito Democratico. Noi vogliamo un PD che sia coerente con la sua ambizione di essere un partito femminista, capace di mettere al centro i saperi, le esperienze e le lotte delle donne. In un tempo in cui le destre al governo riportano indietro l’orologio dei diritti e i retaggi patriarcali sembrano prevalere, noi diciamo con chiarezza che l’alternativa esiste ed è fondata sulla giustizia sociale, sull’eguaglianza di genere, sulla libertà femminile come misura della democrazia.
La Conferenza nazionale delle Donne Democratiche non è un organismo decorativo, ma una forza viva di elaborazione e proposta. Questa Festa lo dimostrerà: con le tante relatrici e relatori che interverranno, con i temi messi al centro, con le testimonianze e i momenti di riflessione collettiva.
“E allora vi aspettiamo: perché – dichiara la portavoce Roberta Mori – unite siamo tutto, e perché questa Festa vuole essere non solo un luogo di discussione, ma un atto di resistenza e di costruzione. La resistenza di chi non si rassegna a un presente fatto di diseguaglianze e violenze, e la costruzione di un futuro in cui la libertà delle donne sia finalmente piena.





















