Il tennis scrive una delle sue pagine più intense sulla terra rossa del Philippe Chatrier. Una battaglia sportiva durata oltre cinque ore e mezza, una partita che è già leggenda e che probabilmente che nascerà da domani non potrà provare il dolore e la magia della passione allo stremo delle forze, anche se vissuta dal divano.
Alla fine, a vincere è Carlos Alcaraz, che rimonta uno Jannik Sinner sontuoso ma a tratti falloso nei momenti chiave, chiudendo 4-6, 6-7 (4), 6-4, 7-6 (3), 7-6 (10-2). Lo spagnolo conquista così il suo secondo Roland Garros e il quinto titolo Slam in carriera, raggiungendo quota 20 titoli complessivi nel circuito ATP. Per l’altoatesino, invece, il sogno del quarto Major si spezza sul più bello.
Per lunghi tratti della partita, Jannik Sinner è sembrato il vero padrone del campo. Il numero 1 del mondo, primo italiano della storia a raggiungere questa vetta, parte con autorevolezza, giocando due set di altissimo livello: aggressivo, centrato, lucido. Porta a casa il primo parziale 6-4 e il secondo al tie-break per 7 punti a 4, tenendo testa a uno degli avversari più ostici del circuito.
Ma il tennis, si sa, è lo sport dell’equilibrio instabile. Basta un attimo perché il vento cambi o l’adrenalina si presenti senza bussare alla porta del cuore. E quel momento arriva nel terzo set, quando Sinner inizia ad abbassare le percentuali alla battuta (solo il 54% di prime in campo a fine match) e deve spesso affidarsi alla seconda, meno incisiva contro un ribattitore feroce come Alcaraz.
Il maiorchino classe 2003, numero 2 del mondo, non sbaglia quando conta. Lotta, stringe i denti e sfrutta ogni spiraglio concesso. Vinto il terzo set per 6-4, Alcaraz salva tre match point nel quarto e forza il tie-break, dove si impone 7-3. Il quinto set è un’altra maratona emotiva: nervi, gambe e cuore. Si arriva al super tie-break finale, dove lo spagnolo si trasforma in una macchina da guerra: 10-2 il punteggio secco, una dimostrazione di forza mentale devastante e quasi sovra umana.
Per Sinner, la delusione è palpabile. Era a un passo dalla storia, da quel quarto Slam che lo avrebbe proiettato ancora più in alto nella leggenda. Ma a 23 anni e con il numero 1 in tasca, il futuro è ancora tutto suo e la storia l’ha scritta comunque, eccome. Questa sconfitta, per quanto dolorosa, sarà parte del suo bagaglio: le grandi imprese si costruiscono anche sulle ferite.
Se Djokovic e Nadal hanno illuminato un’epoca, Sinner e Alcaraz stanno scrivendo la prossima. Due talenti diversi ma complementari: eleganza e geometrie da una parte, esplosività e imprevedibilità dall’altra. Il loro confronto al Roland Garros 2025 è già uno degli incontri dell’anno, e probabilmente sarà ricordato come una delle più grandi finali dell’era moderna. La piàù lunga finale della storia del Roland Garros, ma l’appuntamento è probabilmente rinviato al 2026: ci scommettiamo, di nuovo Sinner-Alcaraz?