Padova si conferma una delle mete italiane in crescita sul fronte turistico e business: a marzo 2025 l’indice di occupazione delle camere d’albergo ha raggiunto il 67,1%, registrando un incremento dell’1,3% rispetto allo stesso mese del 2024. È quanto emerge dall’indagine mensile di Trademark Italia, condotta su un panel di oltre 550 hotel manager di strutture a 3, 4 e 5 stelle con apertura annuale, distribuiti nelle 39 principali città italiane per movimenti turistici e commerciali.
Padova supera, in termini di crescita, città turisticamente consolidate come Venezia (+0,9%) e fa meglio anche di Verona (-0,7%) e Vicenza (-2,4%). La performance di Treviso, invece, è superiore: +3,3% con un tasso di occupazione che arriva al 68,4%, poco più di Padova. A trainare la classifica nazionale è Ferrara con un +8,6%, seguita da Cagliari (+6,9%) e Firenze, che vanta il primato dell’occupazione camere con un impressionante 74,2%.
Padova si distingue anche per il prezzo medio contenuto: 104,46 euro per una notte in una struttura 4 stelle. Si tratta del costo più basso tra le città venete monitorate, con Vicenza a 105,52 euro, Treviso a 107,33 euro e Verona a 118,10 euro. In vetta alla classifica dei prezzi spiccano Venezia (186,16 euro) e Firenze (165,68 euro), seguite da Roma (143,35 euro), Napoli (144,93 euro), Torino (136,95 euro), Milano (136,22 euro) e Bologna (134,56 euro).
Il trend positivo riflette l’attrattività crescente di Padova sia per il turismo culturale che per i flussi legati al mondo fieristico e congressuale. Ma il rischio, come sottolinea Soranzo, è che l’equilibrio economico delle strutture venga minato dall’aumento generalizzato dei costi, non ancora compensato da tariffe allineate alle grandi città.
“Dopo il covid – spiega la presidente di Padova Hotels Federalberghi Confcommercio Ascom, Monica Soranzo – i prezzi delle camere, a Padova, si sono finalmente allineati al mercato nazionale per città equivalenti. Ovviamente, come dimostra il sondaggio, nulla a che vedere con città a forte attrazione come Milano, Roma, Firenze, Napoli, Bologna e, naturalmente, Venezia, però qualcosa si sta muovendo in senso positivo soprattutto grazie ai siti Unesco. Il problema, semmai, sono sempre i costi: difficili da sostenere con tutto quello che ne consegue per le nostre attività”.





















