“C’è una crisi profonda che riguarda la pubblica amministrazione e che va ancora oltre il problema degli stipendi bassi, dei carichi di lavoro enormi e l’assenza di prospettive di crescita.
Ad oggi la nostra P.A. è sommersa da una marea di controlli che dovrebbero garantire una maggiore legalità, con pessimi risultati, e che allontanano dalla mission del raggiungimento degli obiettivi. Se il quadro normativo della riforma del 1992 aveva lo scopo di una pubblica amministrazione orientata al risultato, un sistema di controlli eccessivamente ‘adempimentale’ non si è mai conciliato con l’esigenza di una maggiore efficienza e nemmeno di legalità, considerando che l’Italia è passata dal 42esmo al 52esimo posto nell’indice della corruzione nel settore pubblico.
Con queste premesse, è naturale che vi siano una fuga dall’impiego pubblico, che interessa particolarmente le regioni del nord, come denunciato da diverso tempo anche dalle sigle sindacali del Veneto. Se ci sono bandi che vanno semi deserti, boom di pensionamenti e dimissioni, forse è arrivato il momento di chiedersi il perché.
Su questo tema ho interrogato i ministri per la pubblica amministrazione e dell’interno. È ora che il governo e tutta la classe politica affronti questa tematica spinosa in maniera adeguata e coraggiosa”.
Così in una nota la Senatrice veneta M5S, Barbara Guidolin.