Quattro atti di clemenza da parte del Quirinale: Mattarella firma i decreti di grazia
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha esercitato la sua facoltà costituzionale firmando quattro decreti di grazia. Le decisioni, che arrivano dopo un’istruttoria favorevole del Ministro della Giustizia, riguardano Strimbu Ancuta, Zen Massimo, Finotello Gabriele e Attinà Patrizia, e riflettono una valutazione attenta delle singole situazioni, delle condizioni personali e dei contesti in cui i reati sono maturati.
Questi provvedimenti di clemenza evidenziano l’attenzione del Capo dello Stato verso percorsi di reinserimento sociale e situazioni di particolare fragilità, pur nel rispetto della giustizia e delle sentenze emesse.
Grazia parziale per Strimbu e Zen: la via all’affidamento in prova
Strimbu Ancuta, classe 1986, condannata a oltre nove anni per estorsione e violazione della normativa sugli stupefacenti, ha beneficiato di una grazia parziale che estingue un anno e sei mesi della pena residua. La decisione è stata influenzata dal parere favorevole del Magistrato di Sorveglianza, dal contesto dei reati, dalle condizioni familiari e dalla proficua esecuzione della pena in affidamento in prova prima della condanna definitiva.
Anche Zen Massimo, nato nel 1971 e condannato per omicidio volontario e intercettazioni illecite commessi nel 2017, ha ricevuto una grazia parziale che riduce la sua pena di tre anni e tre mesi. In questo caso, il Presidente Mattarella ha considerato il parere positivo del Magistrato di Sorveglianza, l’avvenuto risarcimento del danno concordato con i familiari della vittima e le condizioni di salute del condannato.
Per entrambi, l’effetto di questi provvedimenti è significativo: la pena residua da espiare non supererà i quattro anni di reclusione, soglia che apre la possibilità per il Tribunale di Sorveglianza di applicare l’istituto dell’affidamento in prova al servizio sociale, facilitando un percorso di reinserimento.
Grazia totale per Finotello e Attinà: contesti particolari e perdono
Finotello Gabriele, classe 1991, condannato a nove anni e quattro mesi per l’omicidio volontario del padre nel febbraio 2021, ha ottenuto la grazia totale sulla pena residua, pari a quattro anni e tre mesi. La complessità del caso è stata determinante: Mattarella ha tenuto conto dei pareri favorevoli del Procuratore Generale e del Magistrato di Sorveglianza, delle condizioni di salute di Finotello e, soprattutto, del “particolare contesto in cui è maturato l’episodio delittuoso, caratterizzato da ripetuti atti di violenza e minaccia da parte della vittima nei confronti dei propri familiari”.
Infine, Attinà Patrizia, nata nel 1972, condannata a due anni, otto mesi e venti giorni per furto ed estorsione commessi nel 2012 e 2016, ha ricevuto la grazia per l’intera pena residua (due anni). Anche qui, il Capo dello Stato ha valutato positivamente il parere del Magistrato di Sorveglianza, il tempo trascorso dalla commissione dei reati, il perdono concesso dalla persona offesa del reato più grave e le condizioni di vita e di salute della condannata.
Questi atti di clemenza presidenziale sottolineano la funzione rieducativa della pena e la possibilità di valutare, in casi specifici e con le dovute garanzie, percorsi di mitigazione della detenzione, offrendo una seconda opportunità a chi dimostra la volontà di riabilitarsi.






















