“L’Assessore Piva ha deciso: dal prossimo anno taglierà del 50% il contributo ai nidi privati accreditati, passando da 1.750 a soli 850 euro per bambino. Una mossa che colpirà 550 bambini e le loro famiglie, costringendole a pagare circa 80 euro in più al mese.
Parliamo di famiglie che hanno scelto (o dovuto scegliere per mancanza di posti) i nidi privati accreditati, strutture che – dichiara Eleonora Mosco, Consigliera del Comune di Padova – rispettano gli stessi standard qualitativi dei nidi comunali, ma che offrono più flessibilità di orario e aperture anche ad agosto e a Natale.
Il paradosso è vergognoso:
• Per un bambino in un nido comunale, il Comune spende circa 7.000 euro l’anno.
• Per un bambino in un nido privato accreditato, con il taglio di Piva, solo 850 euro.
In pratica, un bambino nei nidi comunali viene pagato dalla collettività quasi dieci volte di più di uno nei nidi convenzionati. E la differenza? Tutta sulle spalle delle famiglie.
Il Sistema integrato 0-6, previsto dal D.Lgs. 65/2017 e sostenuto in Veneto dalle L.R. 31/1985 e 6/2005, è nato – prosegue mosco – per garantire pari opportunità educative, non per creare bambini di serie A e bambini di serie B. A Padova, invece, Piva fa il contrario: taglia dove il servizio costa meno al Comune e funziona bene, mettendo in difficoltà chi già fatica a sostenere le spese.
E tutto questo in un momento di inverno demografico senza precedenti, in cui il Comune dovrebbe ampliare e potenziare l’offerta di servizi per l’infanzia per sostenere le famiglie e incentivare le nascite, non bloccarne la crescita e rendere più difficile l’accesso alle scuole dell’infanzia.
Ricordiamo inoltre che chi porta i figli nei servizi paritari paga comunque le tasse comunali, che sostengono anche i servizi educativi comunali, e dunque ha diritto alla stessa attenzione e rispetto.
La Lega chiede che Piva ritiri subito questo provvedimento, destini le eventuali economie al capitolo scuole dell’infanzia e apra un tavolo di confronto con i gestori anche, ad esempio, con FISM, per definire un programma almeno decennale di investimenti e sostegno al sistema integrato 0-6.
Se vuole fare cassa, – conclude Eleonora Mosco – Piva cominci dai veri sprechi del Comune, non dalla scuola dei più piccoli.”






















