Nella mattinata di venerdì 30 maggio, la Polizia di Stato di Padova ha dato esecuzione al decreto di perquisizione locale e personale emesso dalla Procura della Repubblica di Padova nei confronti di una cinquantunenne originaria della provincia di Padova domiciliata in un appartamento in zona Stanga.
Il decreto di perquisizione è stato emesso sulla base degli accertamenti svolte dai poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura a seguito della denuncia in stato di libertà di un cittadino italiano sorpreso a rubare una bicicletta all’esterno di un centro commerciale circa un mese fa, insieme ad un complice rimasto ignoto.
In quella circostanza i poliziotti riscontravano come, per poter appropriarsi della bici assicurata con una catena, era stata utilizzata una trancia e degli arnesi che erano stati forniti da un non meglio precisato cittadino nordafricano, che era riuscito ad allontanarsi poco prima dell’arrivo degli agenti in sella alla bici sottratta.
A seguito degli accertamenti effettuati, gli agenti individuavano un appartamento in città, risultato essere nella disponibilità di una donna 50enne, residente proprio in quella zona, dove poteva trovarsi il cittadino magrebino coinvolto nel furto.
Pertanto, la Procura della Repubblica di Padova ha disposto l’esecuzione della perquisizione locale e personale a carico della donna al fine di ricercare cose pertinenti al reato ed alle ore 7.00 di venerdì 30 maggio, i poliziotti delle Volanti della Questura raggiungevano l’appartamento per darvi esecuzione.
Gli agenti, una volta sul posto, individuavano l’appartamento collocato al primo piano e, dopo aver effettuato una verifica all’esterno dell’immobile, vi entravano.La 50enne, presente in casa, prima di far accedere i poliziotti, chiedeva loro di attendere in modo da poter mettere in sicurezza il suo cane di grossa taglia che, effettivamente, veniva sentito abbaiare all’interno di una stanza.
Tuttavia, pochi minuti dopo, uno degli operatori di Volante rimasto nell’area posteriore esterna dello stabile, notava un uomo il quale, dopo essersi affacciato da una finestra dell’appartamento di interesse, si lanciava di sotto, da un’altezza di circa sei metri, nell’intento di allontanarsi.
Il poliziotto ad alta voce gli intimava di fermarsi e mentre gli altri agenti lo raggiungevano dopo aver udito le sue grida sul retro dello stabile, lo stesso riusciva a bloccare l’uomo il quale, però, poneva in essere un’attiva resistenza dimenandosi e graffiando uno degli operatori sul volto e su un braccio, fino a quando lo stesso non riusciva a bloccarlo definitivamente.
Accompagnato in Questura in quanto privo di documenti l’uomo veniva identificato per un 43enne cittadino tunisino, irregolare sul territorio nazionale, con a carico precedenti penali e di polizia per reati contro la persona, in materia di sostanze stupefacenti, e reati contro il patrimonio.
A seguito delle verifiche effettuate nell’immediatezza dei fatti, lo stesso è risultato destinatario di un Ordine di esecuzione per la Carcerazione, emesso ad ottobre 2024 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Padova, in base al quale il 43enne deve scontare una condanna ad un anno di reclusione per reati in materia di stupefacenti.
La perquisizione effettuata all’interno dell’abitazione dava esito negativo ed il 43enne tunisino tratto in arresto e, altresì, deferito all’Autorità Giudiziaria per il reato di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, mentre l’agente contuso a seguito della colluttazione, si recava in Ospedale da dove veniva dimesso con una prognosi di cinque giorni per escoriazioni e contusioni varie.
Al termine delle attività, il 43enne veniva tradotto, dagli stessi agenti delle Volanti, presso il Carcere “Due Palazzi” di Padova dove sconterà la condanna ad un anno di reclusione.






















