Editoriale di Claudio Gori
Negli ultimi giorni, le decisioni del sindaco di Padova sugli aumenti delle tasse locali hanno acceso un dibattito tra i cittadini, anche attraverso i social network, sollevando interrogativi sull’impatto di queste misure sui bilanci familiari. In particolare, cresce la preoccupazione per chi vive con risorse limitate e deve gestire con attenzione ogni spesa quotidiana.
Alcuni quotidiani locali hanno riportato tabelle e scenari di costi e ricavi dell’Amministrazione comunale padovana che allarmano famiglie e meno abbienti. Il sindaco Giordani ha dichiarato, nei giorni scorsi, che gli aumenti sono dovuti ai tagli del Governo centrale ma molte sono le lamentele dei padovani che “rinfacciano” al primo cittadino spese e costi probabilmente non graditi a molti. Al taglio delle spese, al rincaro dei tributi e dei servizi si aggiunge una scelta, probabilmente strategica per Giordani ma scontata per qualsiasi azienda privata, che farà risparmiare alle casse comunali circa 80 mila euro annui: spegnere le fotocopiatrici di notte. Quindi, se Giordani governerà fino alla fine del mandato, 5 anni precedenti oltre quelli in carica, solo con le fotocopiatrici spente di notte ci sarà un risparmio di circa 800 mila euro. Si pensi anche al risparmio sulla minore manutenzione che ne deriva. Perché non sono state spente prima? Di quanta CO2 avrebbe beneficiato il nostro pianeta e l’ambiente locale? Queste sono alcune semplici domande, tra le molte di altra natura, che dobbiamo porci o porre a chi di competenza e nessuno si stupisca se poi i cittadini ironizzano nei social dichiarando “La prossima mossa sarà quella di spegnere anche le macchinette del caffè dopo le 14….”. Ma un sorriso allevia temporaneamente molti dolori e molti sacrifici, poi ritornano e il sorriso scompare dietro le cicatrici delle famiglie.
Altri cittadini esprimono le proprie lamentele dichiarando che “Non so cosa intenda il Sindaco del Comune di Padova per ‘sociale’, ma mi sento preso in giro, come tanti altri…”. Ben vengano le razionalizzazioni su alcune spese comunali, ma perché razionalizzarle oggi e non averlo fatto in precedenza? Questo è il tarlo che potrebbe scavare nella mente di chi ha a che fare quotidianamente con il prezzo della spesa, con le bollette, con le rette scolastiche e degli asili, con il problema dell’acquisto dei libri scolastici e non solo.
Una riflessione emblematica arriva da una cittadina che si chiede se il sindaco conosca davvero le difficoltà quotidiane di una famiglia media. La sua descrizione è chiara: una mamma in una famiglia di quattro persone – con due figli, di cui uno all’università, e due genitori impiegati – deve affrontare scelte rigorose per mantenere l’equilibrio del bilancio familiare.
Questa madre sa dove acquistare alimentari a prezzi accessibili e come gestire le spese domestiche, limitandosi al necessario e riservando poche risorse per sé, magari comprando i propri indumenti al mercato. La sua testimonianza non è solo una provocazione o una denuncia, ma anche un richiamo al buon senso: ogni decisione fiscale dovrebbe considerare chi vive con mezzi modesti e non può permettersi ulteriori rincari.
Una cittadina, probabilmente separata: “hai descritto più o meno come viviamo noi, pari pari, con l’aggravante che siamo separati e quindi le spese sono maggiori. E perciò niente vacanze neanche un weekend, ma tutto quello che si può per i figli. Politica talmente scollata dalla realtà e dalla gente da fare rabbia (e lo vediamo poi in quello che succede ogni giorno)”.
Il Vice Presidente del Consiglio Comunale di Padova scrive: “E gli sprechi? […] in progetti e cantieri sbagliati. Solo all’Euganeo vengono dedicati molti più soldi di quello che dicono abbia tagliato il Governo…”
Gli aumenti delle tasse cittadine, infatti, potrebbero incidere profondamente sui costi della vita, rendendo ancora più complesso far quadrare i conti per molte famiglie padovane. Si teme che queste misure possano avere ripercussioni sui beni essenziali e sui servizi, come la scuola, i trasporti e la sanità locale, aggravando ulteriormente la situazione per chi già vive in equilibrio precario.
Da parte sua, il Comune ha motivato gli aumenti come necessari per mantenere e migliorare i servizi pubblici. Tuttavia, resta da chiedersi se siano state esplorate alternative che non gravino sui cittadini, o se sia possibile introdurre agevolazioni per le famiglie più vulnerabili.
In questo scenario, appare sempre più urgente un dialogo tra amministrazione e cittadini, affinché si possano trovare soluzioni equilibrate che rispettino le esigenze collettive senza ignorare le difficoltà individuali. Le scelte politiche non possono prescindere dalla consapevolezza della realtà quotidiana di chi, giorno dopo giorno, costruisce il tessuto sociale della città.
Personalmente sono disposto ad intervistare direttamente il sindaco Giordani in un luogo pubblico ed aperto alla cittadinanza ma immagino la risposta o, in modo più certo, che non risponda a questo appello. Un invito, il mio, ad un incontro neutrale e senza obiettivi oscuri ma semplicemente uno specchio amministrativo di fronte a civili cittadini che vogliono meglio comprendere scelte e sacrifici, impegni e obiettivi pubblici. Non un ring ma una sorta di Capo Horn dove due oceani, l’Amministrazione pubblica e il pubblico cittadino, possano incontrarsi così come in un promontorio dal quale si erga un simbolo che appare sempre più globalmente trascurato: il coraggio e il confronto aperto, non solo di fronte al sensore di una telecamera televisiva.