Una sentenza che riapre ferite culturali
La recente decisione del Tribunale di Torino sul caso Lucia Regna ha suscitato forti polemiche per le motivazioni che, secondo quanto riportato da diverse fonti, sembrerebbero definire “umanamente comprensibili” insulti, minacce e violenze in ragione della fine di un matrimonio.
Un passaggio che ha immediatamente riacceso il dibattito pubblico e politico, con accuse di legittimare narrazioni superate, che rischiano di riaprire pagine oscure della storia italiana, come i vecchi istituti del delitto d’onore o del matrimonio riparatore.
Roberta Mori (PD): “Un pericoloso ritorno al passato”
Per Roberta Mori, portavoce nazionale della Conferenza delle Donne Democratiche, la sentenza rappresenta un episodio non solo giuridicamente controverso ma anche culturalmente inaccettabile:
- Colpevolizzare la vittima e alleggerire la responsabilità dell’aggressore perpetua logiche patriarcali.
- Serve un cambiamento strutturale nella formazione degli operatori della giustizia.
- Le parlamentari PD in commissione Femminicidio hanno annunciato approfondimenti e verifiche sul caso.
“La violenza sulle donne deve essere giudicata per ciò che è: un crimine contro la persona, senza attenuanti né giustificazioni”, ha dichiarato Mori, esprimendo solidarietà a Lucia e ai suoi figli.
Cinzia Pellegrino (FdI): “Nessuna attenuante alla violenza domestica”
Anche dal fronte di Fratelli d’Italia arrivano dure critiche. La senatrice Cinzia Pellegrino, coordinatrice nazionale del Dipartimento Tutela vittime, ha parlato di una motivazione “inaccettabile e offensiva verso tutte le donne che hanno denunciato violenze”.
Secondo Pellegrino:
- La violenza domestica non può avere attenuanti culturali, sociali o emotive.
- Il Governo Meloni continuerà a battersi per la tutela effettiva delle vittime.
- È necessario che nei gradi successivi di giudizio sia ristabilito il pieno rispetto dei diritti di Lucia.
“Non c’è contesto che renda accettabile la violenza. Mai”, ha ribadito la senatrice.
Un tema che unisce oltre le divisioni politiche
Seppur da prospettive differenti, le dichiarazioni di Mori (PD) e Pellegrino (FdI) mostrano un punto di convergenza: la violenza sulle donne non può essere relativizzata né giustificata.
La sentenza di Torino, con le sue motivazioni, rischia di diventare un caso emblematico, utile a rimettere al centro la necessità di un sistema giudiziario capace di garantire rispetto, dignità e protezione alle vittime di violenza di genere.























