È bastata una pioggia battente, durata qualche ora, per trasformare grandi aree di Padova in un mosaico di disagi e paure. Molte strade impraticabili, auto intrappolate, garage e cantine invasi dall’acqua, piani bassi delle abitazioni resi inagibili. Un copione già visto, che torna puntuale a ogni temporale intenso, e che mette in luce tutte le fragilità strutturali della città.
Il quartiere Voltabarozzo è uno degli epicentri dell’emergenza. Qui, i cantieri del nuovo tram SIR3 – che teoricamente avrebbero dovuto portare benefici concreti, anche attraverso la sistemazione dei sottoservizi – non hanno impedito che l’acqua sommergesse le strade e entrasse nelle abitazioni. I cittadini, esasperati, parlano di promesse disattese: “Ci avevano detto che i lavori avrebbero migliorato il deflusso delle acque. Invece, oggi siamo ancora a spalare fango dai garage”, racconta un residente con le mani ancora sporche di acqua nera in una strada nel vicino quartiere Guizza.
Il problema non è solo locale. La cementificazione continua di Padova sta soffocando il terreno, impedendo al suolo di assorbire la pioggia in modo naturale. I quartieri di nuova espansione, le piazze pavimentate, i parcheggi, i viali asfaltati e la continua cementificazione per nuovi supermercati contribuiscono a trasformare la città in una grande superficie impermeabile. Quando il cielo scarica la sua forza, l’acqua non trova sfogo e invade le zone più deboli, dalle case ai sottopassi come uno di quelli che collega Voltabarozzo con Rio.
Non è la prima volta che Padova finisce in ginocchio per un temporale. Le immagini degli allagamenti si ripetono con cadenza quasi stagionale: via Pisani è una parte di Via Venier sono state letteralmente bloccate dall’acqua alta al punto che le auto hanno dovuto rinunciare al passaggio e fare retromarcia. Quartieri che conoscono bene il rumore dell’acqua che sale troppo in fretta.
Il piano fognario, pur discusso da anni, resta apparentemente sottodimensionato rispetto alle necessità reali. Ogni emergenza diventa cronaca annunciata, e ogni cronaca annunciata si traduce in rabbia dei cittadini e risposte delle istituzioni che non soddisfano.
Con i cambiamenti climatici in corso, gli eventi meteorologici estremi saranno sempre più frequenti e violenti. Se oggi basta una pioggia intensa per mettere in ginocchio parte di Padova, cosa accadrà domani?
La città non può più permettersi di rincorrere le emergenze con secchi e pompe idrovore. Servono interventi strutturali, un ripensamento radicale della gestione delle acque e della pianificazione urbanistica. Perché dietro ogni strada allagata non c’è solo un disagio temporaneo: c’è una città che mostra la sua vulnerabilità. E che rischia, se non cambia rotta, di restare ostaggio di ogni temporale.
Se poi proprio la strada in cui ha sede la Protezione Civile di Padova è allagata ebbene la situazione si evolve con triste ironia.





















