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HIROSHIMA, 80 ANNI DOPO: A SUOR MARIE XAVIER L’ONORIFICENZA DELLA CITTÀ DI PADOVA. SOPRAVVISSUTA ALLA BOMBA ATOMICA, SARÀ PREMIATA A DICEMBRE

6 Agosto 2025
in Cronaca, Italia, Padova, Storia

Nell’80.mo anniversario dell’immane tragedia che fece oltre 300mila morti, il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea, in sinergia con il Comune di Padova, intende dare evidenza a questa figura, a suo modo straordinaria, richiamandosi ai dettati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che indica nella pace il pre-requisito della salute. La pace, un tetto, il cibo, un lavoro e l’istruzione sono alla base di una società che promuove la salute ed il ben-essere, obiettivi del Dipartimento di Prevenzione.

Suor Marie Xavier, la “monaca dalla voce gentile”, visse altri cinquant’anni dopo quel giorno drammatico nel quale, contro ogni probabilità si salvò dall’esplosione e dalle radiazioni, dedicandosi al prossimo con amore e altruismo, dopo aver vissuto quell’inferno piovuto sulla terra.

La bomba atomica venne sganciata a tre chilometri dal convento dove lei svolgeva la sua quotidiana opera di religiosa: era il 6 agosto 1945. Nel raggio di 2,5 chilometri la vita, in ogni sua forma, venne istantaneamente annientata. Poco oltre, per molti chilometri, uno scenario di disumana distruzione: ovunque feriti e moribondi in condizioni inimmaginabili. Suor Marie Xavier, miracolosamente, si salvò. La religiosa, al secolo Eleonora Saccardo Rasi, nasce nel 1905 dalla padovana Giuseppina Saccardo (1870-1954), figlia di Pier Andrea Saccardo, prefetto dell’Orto Botanico che sorge all’ombra della Basilica del Santo, e dal padovano Pietro Rasi (1857-1919).

In occasione degli ottanta anni dalla tragedia di Hiroshima, il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea, in sinergia con il Comune di Padova, intende dare evidenza a questa figura e alla sua straordinaria testimonianza.

“Come operatori sanitari – dichiara il dr. Luca Sbrogio’, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 – siamo tenuti a riconoscere i valori e le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che indica nella pace “il” pre-requisito della salute. La pace, un tetto, il cibo, un lavoro e l’istruzione, come detto nella “Carta di Ottawa” dell’OMS (1986), sono alla base di una società che promuove la salute e il ben-essere, obiettivi ai quali concorre il Dipartimento di Prevenzione, l’intera sanità e le istituzioni civiche, in primis i Comuni. Già nel corso della plenaria 2024 si è tenuta una lectio magistralis su “pace e salute”, approfondendo con documentato taglio epidemiologico quante e quanto orribili possano essere le conseguenze dei conflitti soprattutto se con uso di armi nucleari. Ora, essendoci l’80mo anniversario del primo bombardamento atomico, avendo avuto notizia della presenza di una donna padovana, la suora missionaria suor Marie Xavier proprio ad Hiroshima, di come sia sopravvissuta e quanto si sia prodigata per dare aiuto ai feriti, abbiamo pensato di ricordarla e presentare la sua testimonianza di assistenza e cura in occasione della plenaria degli operatori del Dipartimento di Prevenzione che si terrà a dicembre, e in una specifica celebrazione civica in Comune a Padova che onora l’illustre concittadina”.

L’assessora alla pace e alla cooperazione internazionale del Comune di Padova Francesca Benciolini sottolinea: “A ottant’anni dalla bomba atomica che ha sconvolto le città di Hiroshima e Nagasaki, scoprire la storia di una nostra concittadina che ha vissuto in prima persona questo momento tragico della Storia mondiale, diventando promotrice attiva di soccorso e supporto a tante persone dilaniate dalla forza dell’esplosione nucleare, ci commuove profondamente. Ancora una volta capiamo che le guerre distruggono tutto ciò che le città sono, a partire da quei determinanti che garantiscono l’accesso alla salute delle persone: un tetto, il cibo, l’acqua pulita, il supporto sanitario, le relazioni. L’esempio di suor Marie Savier ci conferma anche che la Storia è fatta dalle storie delle persone e che in esse sta la forza delle nostre comunità. Ringrazio il Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 6 e il prof Sbrogiò per averci fatto conoscere la storia così drammatica e coraggiosa di questa nostra concittadina di cui siamo orgogliosi e a cui vogliamo rivolgere la nostra gratitudine attraverso questo riconoscimento”.

Ecco uno stralcio della lettera scritta nell’autunno 1945 da suor Marie Xavier all’allora Madre Superiora dell’Istituto “Suore Ausiliatrici delle Anime del Purgatorio”: “Il 6 agosto fu il giorno del grande sacrificio. Alle 8.05 il cielo è diventato verde, blu come quando si fanno le fotografie al magnesio e contemporaneamente tutti i tetti, le finestre e le porte sono volati via da tutte le parti; il cielo, che prima era di un azzurro magnifico senza una sola nuvola, è diventato nero… faceva così caldo che il piccolo stagno davanti alla statua della Beata Vergine si è seccato in uncolpo solo… istintivamente e certamente per ispirazione del Buon Dio, siamo rientrate tutte in casa, che si stava sbriciolando da tutte le parti, umanamente parlando. Era una follia perché le polveri ci cadevano in testa, ma questo ci ha salvato dalle orribili ustioni prodotte da quell’unica bomba, perché è stata una sola bomba a distruggere l’intera Hiroshima; dei 440.000 abitanti, il censimento di due mesi fa ne ha contati solo 130.000. Questo vi dice chiaramente di quale protezione siamo state oggetto. Alle 8.15 l’aereo ha sganciato la bomba che è rimasta in cielo sostenuta da 3 paracaduti; a una certa gradazione di calore, sotto l’influenza dei raggi, è esplosa e ha portato rovina e morte in un raggio di 35 km”.

Eleonora visse ancora cinquant’anni durante i quali vedrà, a fianco degli esiti sanitari delle radiazioni, la ricostruzione morale e civile della città di Hiroshima. Continuerà a svolgere la sua opera con amore e altruismo, dopo aver vissuto quell’inferno piovuto sulla terra. La “monaca dalla voce gentile”, come definita dai contemporanei, morirà nel 1994 dando un volto alla pace che supera la tragedia della guerra.

ULSS6 e Comune hanno concordato di conferirle una onorificenza il 12 dicembre prossimo, in occasione della Plenaria del dipartimento di prevenzione ULSS6 Padova.

Questa in sintesi la biografia di Suor Marie –Xavier (Saveria) Rasi.

Eleonora RASI, 17 anni, bionda come l’oro, con due trecce sulle spalle, accompagnata dalla madre, una pia signora di Padova, entra in noviziato dalle Suore Ausiliatrici del Purgatorio a San Remo il 1° novembre 1922. Al Noviziato Eleonora diventerà suor Maria Saveria e sognerà, come San Francesco Saverio, di diventare una instancabile missionaria e di “battezzare”, come lui, le moltitudini. Appena ventenne pronuncia i primi voti (1925) e completa la sua formazione a Firenze, poi a Pontoise in Francia, dove farà la professione perpetua (1935). Trascorse un anno a Londra per imparare l’inglese, altri quattro a Roma per formarsi all’apostolato nella catechesi e nel servizio dei poveri a domicilio.

Nel 1936 è finalmente pronta a partire per la comunità di Kusunoki-cho, a Hiroshima, con un gruppo di Ausiliatrici. Essendo la comunità fondata nel 1935, lei fu uno dei primissimi membri. La casa si trovava a circa 2,5 km dal luogo dove cadde la bomba. Fu completamente distrutta, ma ora c’è una casa di riposo dove vivono ancora le nostre suore. Accanto si trovano la chiesa di Misasa e l’asilo di Sayuri, che testimoniano ancora la presenza dell’ Istituto.

Restò in Giappone fino al 1961. Furono anni di esperienze inaudite: impara la lingua e s’incultura nel modo di pensare e vivere di quel popolo per poter entrare in contatto con tutti cioè con gli ammalati dell’ospedale dove battezza malati e moribondi, su indicazione del cappellano e contando sulla grazia dello Spirito, con i giovani che frequentano la comunità, con le famiglie che visita, con gli adulti e i giovani per la catechesi.

Dopo la tragedia della bomba atomica che ha distrutto Hiroshima, lasciando miracolosamente illese le Ausiliatrici, il Padre Arrupe, preposito generale della Compagnia di Gesù, organizza con i gesuiti e le suore i primi soccorsi.

Al rientro in Italia, passò diversi anni in famiglia per occuparsi della sorella sorda rimasta sola, dopo la morte della mamma e del fratello (cosa che le impedirà di tornare in Giappone, come avrebbe desiderato). In seguito fu mandata a Roma (1969). A Villa Mercede, trova un nuovo campo missionario fra piccoli e grandi che frequentano la casa delle suore e con i poveri della parrocchia e del quartiere popolare di San Lorenzo.

In seguito viene mandata a Sanremo fino alla morte che avverrà nel 1994. Qui sono pubblicate alcune foto di suor Marie Xavier, risalenti all’epoca, per le quali ringraziamo l’Istituto “Suore Ausiliatrici delle Anime del Purgatorio”.

Tags: atomicacronacaFrancesca BenciolinihiroshimapadovapoliticaSuor Marie XavierULSS 6
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