“Il grande poeta veneto Zanzotto scriveva «in questo progresso scorsoio non so se sono ingoiato o se ingoio». Il modello di sviluppo veneto rischia di produrre più malessere che benessere. Siamo molto preoccupati per il progetto di Silva, che è una controllata dal gruppo EcoEridania, che sta studiando l’avvio di un nuovo impianto industriale che dovrebbe accogliere e trattare rifiuti sanitari (capacità massima di 32mila tonnellate l’anno) e sabbie di fonderia (fino a 74mila tonnellate l’anno), a Montecchio Precalcino.
Studiosi ed esperti come il Dottor Lorenzo Altissimo hanno evidenziato che il progetto rischia di contaminate l’acqua della più grande falda dell’Europa occidentale. Non possiamo permetterci un’altra tragedia come quella dei Pfas! Preoccupa anche il flusso previsto dei camion, uno studio della viabilità prevede un transito di 480 veicoli al giorno. La salute dei cittadini viene prima di ogni logica del profitto” – è quanto dichiara Carlo Cunegato, vicentino e Portavoce de “Il Veneto che Vogliamo”.
“Il progetto Silva per la realizzazione di una piattaforma multifunzionale di trattamento rifiuti pericolosi e sanitari nel sito ex Safond-Martini, al confine tra Montecchio Precalcino, Dueville e Villaverla, solleva allarme e gravissime perplessità non solo tra i cittadini vicentini, ma riguarda in modo diretto la provincia di Padova e l’intera regione Veneto. Riteniamo inaccettabile che una scelta di questa portata destinata a incidere sul nostro ambiente, sulla salute dei cittadini e sul patrimonio idrico da cui dipendono gli acquedotti di due province venga affrontata senza piena trasparenza e senza un coinvolgimento capillare delle istituzioni territoriali. I rischi segnalati dal Comitato Tuteliamo la Salute, supportati da esperti, non possono essere sottovalutati. È in gioco la sicurezza della risorsa idrica, che rappresenta una priorità assoluta per il territorio padovano”
“La società proponente prevede il trattamento e lo stoccaggio di rifiuti liquidi e solidi, anche altamente pericolosi, e l’incremento del traffico pesante in una zona già ambientalmente fragile. E non sono chiare le ricadute su un bene Unesco come il Villino Forni Cerato e su interi ecosistemi di risorgiva, né sono stati chiariti altri rischi sollevati dal Comitato. Chiediamo con forza che sia garantita una Valutazione d’Impatto Ambientale rigorosa ed inflessibile e che sia attivato un monitoraggio preventivo su aria, acqua e suolo, e che sia imposto il principio di precauzione come criterio guida davanti a interessi industriali che non possono mai prevalere sulla salute e sulla qualità della vita dei cittadini veneti.
Ad oggi, la mancata attivazione di aree di salvaguardia sull’acquedotto padovano e il coinvolgimento tardivo degli enti gestori del sistema idrico integrato rappresentano un vuoto che deve essere colmato senza ulteriori indugi. Ed è anche per questo che la nostra Consigliera Elena Ostanel ha deciso di sottoscrivere l’interrogazione presentata ad aprile dal collega Masolo di Alleanza Verdi e Sinistra e ancora senza risposta. Prendersi cura del nostro ambiente e delle nostre risorse idriche significa prendersi cura del futuro di tutti noi. E su questo nessun compromesso è possibile” chiude Cunegato.






















