Un appello forte e articolato, che non si limita alla protesta ma propone azioni concrete: Federico Bruson ed Enrico Turrin tornano a parlare del futuro di Piazza Azzurri d’Italia, cuore pulsante e simbolico del quartiere Arcella. Lo fanno con una critica precisa all’Amministrazione comunale, accusata di non aver ancora investito in modo strutturale nella valorizzazione culturale e sociale della piazza, soprattutto nei mesi estivi.
“L’amministrazione si dice contraria al provvedimento di controllo ad alto impatto voluto da questore e prefetto – afferma Bruson – ma allora perché non ha investito fin da questa estate in eventi e attività nella nuova piazza? Tre serate della rassegna Girovagarte sono un inizio, certo, ma assolutamente insufficienti rispetto alle potenzialità di questo spazio”.
Girovagarte, seppure apprezzata, secondo Bruson non basta a rispondere all’urgenza di animare la piazza con continuità. Un’occasione mancata, dice, che rischia di lasciare spazio al degrado e alla paura, invece che alla partecipazione e alla socialità.
Sulla stessa linea Enrico Turrin, che mette al centro il tema della coerenza politica:
“Non si può essere contrari alla zona rossa e, allo stesso tempo, non proporre nulla di alternativo per rendere viva la piazza. Serve una visione, un progetto. Noi chiediamo che dal prossimo anno ci sia un programma vero per i mesi estivi, da giugno a luglio: concerti, manifestazioni, dibattiti, cultura e aggregazione. La gente deve poter tornare a vivere la piazza anche la sera, senza timore. E con la chiusura, prevista per il 2026, del cantiere nell’area ex Coni, non ci saranno più alibi per rimandare”.
Una proposta concreta, quindi, che non si limita alla critica. Un piano di eventi articolato, partecipato, stabile, in grado di ridare fiducia ai residenti e di promuovere una nuova centralità culturale dell’Arcella.
Bruson rilancia infine l’idea di una regia culturale annuale per l’intero quartiere:
“L’Arcella ha bisogno di un programma culturale specifico, continuo e coordinato, che eviti sovrapposizioni e dispersioni. Questo significa coinvolgere le associazioni del quartiere, anche quelle attive in zone più marginali come Pontevigodarzere, spesso dimenticate. E serve anche aprire alla partecipazione di sponsor privati, creando una rete virtuosa che sostenga eventi e iniziative di qualità”. In un momento in cui il dibattito pubblico si concentra sulle misure di controllo, la proposta di Bruson e Turrin indica una strada alternativa: quella della partecipazione, della cultura e del presidio civico attraverso la presenza attiva e continua delle persone. Una sfida politica e sociale che, a partire da Piazza Azzurri d’Italia, può diventare un modello per tutta la città.






















