Non si placa la rabbia e lo sconcerto dei 157 lavoratori e lavoratrici della AMMANN di Bussolengo davanti all’ignavia della propria direzione aziendale che non ha ancora accettato di sedersi al tavolo con la Regione e la Fiom all’Unità di crisi in un incontro convocato per l’11 giugno dopo più di un mese dall’inizio della vertenza.
Domani mattina si terrà un presidio sotto la sede di Confindustria Verona dalle 8 30 alle 10.30 per chiedere il ritiro della procedura di licenziamento per i 64 dipendenti di produzione e magazzino e per denunciare la connivenza dell’associazione datoriale nell’avvalorare le posizioni oltranziste e non dialoganti della proprietà, che ricordiamo essere una multinazionale svizzera che ha comprato la SIM nel 2011.
La AMMANN è una multinazionale svizzera, leader a livello mondiale per gli impianti di asfalto, le macchine e i servizi per l’industria delle costruzioni, con specifica competenza settoriale nelle costruzioni stradali e nell’infrastruttura dei trasporti. Nello stabilimento della Ammann Italy di Bussolengo, nello specifico, aperto in provincia di Verona da 60 anni come SIM e acquisito dalla multinazionale svizzera nel 2011, si producono macchinari per l’asfalto, finitrici e compattatori.
Ad aprile, senza alcun preavviso né motivazioni legate a problemi economici, l’azienda ha comunicato l’intenzione di delocalizzare l’intero reparto produttivo del sito di Bussolengo, che attualmente si occupa unicamente del montaggio del prodotto, presso lo stabilimento turco dell’azienda, comprendendo anche i vari reparti collegati alla produzione, tra i quali il magazzino. L’azienda ha aperto la procedura per 64 esuberi su 157 lavoratori, legati appunto alla produzione e al magazzino, reparti che hanno deciso di chiudere definitivamente in Italia a favore della Turchia, nonostante 60 anni di permanenza continuativa nel territorio veronese, senza alcun rispetto, come sempre accade, per il tessuto sociale che pagherà le conseguenze di questa delocalizzazione.























