La questione SIR2, all’attenzione non solo della politica locale e nazionale ma anche dei padovani e delle associazioni ambientaliste e l’Associazione No Rotaie di Padova, è controbattuta a colpi di retorica politica e di fatti o “non fatti” che non si riesce a comprendere del tutto con la massima limpidezza. Certo molte dichiarazioni dell’Amministrazione comunale non aiutano appieno i cittadini a comprendere quanto possa essere veramente utile questa opera faraonica dal costo di centinaia di milioni, considerando le strade padovane come quasi concorrenti di quelle di altre note città per buche, dissesto, avvallamenti come in Via Piovese e non solo.
Per questo abbiamo intervistato l’Ing. Leonardo Antonio Cetera, un genitore del SIR1 e molto esperto in tale senso, che con alcuni suoi post social ha lasciato un solco nel dibattito cittadini-politica-Pubblica Amministrazione che ritengo non possa essere ignorato nell’interesse della notizia e della collettività padovana.
Ing. Cetera ricordo che lei fu tra i protagonisti in prima linea del SIR1, ormai quasi venti anni fa, a capo del consorzio di imprese che realizzò i lavori portando ‘in dote’ i mezzi dell’allora Lohr Industries, oggi Alstom, all’epoca chiamati ‘metrobus’. Anche per questo, penso che lei si renda conto che i suoi due post pubblicati sul social Facebook il 3 e il 5 ottobre potrebbero avere fatto impallidire i politici e i tecnici del Comune di Padova che si occupano del SIR2, il tram in costruzione che collegherà Rubano con Vigonza passando per la Stazione e il Centro della città.
Cosa ha da dire in proposito?
“Anzitutto vorrei distinguere i due post. Nel primo ho criticato l’assurdo viaggio di ‘verifica’ in Alsazia-Francia, appena concluso, in cui i responsabili del SIR2 di Aps e del Comune erano accompagnati da tre giornalisti dei quotidiani locali invitati direttamente dal cliente Alstom. Anche l’opposizione comunale aveva chiesto di partecipare al viaggio, cosa rifiutata dal sindaco Giordani dato che gli inviti provenivano da Alstom che, a suo dire, essa soltanto poteva decidere chi può entrare negli stabilimenti per verificare lo stato reale della produzione. Ciò, oltreché assurdo e ingiustificato, è contrario ai dettami del contratto firmato. Una regola indiscutibile è che, per ottenere una ‘verifica’ davvero al di sopra delle parti, deve essere presente anche una rappresentanza di chi è ‘contrario’, nel caso qualcuno dell’opposizione in CC a Giordani. Anche ciò è stato in toto disatteso, creando malumori e sospetti, invitando tre giornalisti, non certo tecnici, ad accompagnare in visita un assessore, non certo tecnico. E tutti ospiti a costo zero.”
Cosa si è appurato?
“Dai video e dai reportages, i sospetti di grandi ritardi ingiustificati sulla fornitura di 28 mezzi di Alstom – dopo due anni dal pagamento di un eccezionale esagerato anticipo di 46,4 milioni (40%) – sono stati avvalorati proprio dalla indegna ‘pantomima organizzata’ che ha cercato di ‘vendere l’idea’ ai malcapitati giornalisti ‘verificatori’ che i capannoni, deserti di personale e mezzi e senza aver fatto ancora nulla dopo due anni, fossero una efficientissima fabbrica di vetture. Insomma, un incredibile bluff, propinato ai tre giornalisti, purtroppo caduti nel tranello loro ordito e che quindi hanno poi descritto una ‘irreale realtà’, fatta di finte produzioni di finti mezzi di cui non c’è la minima traccia, con bugie e fake news in continuazione, coi 9 filmini girati dal Mattino di Padova ad avvalorare chiacchiere senza alcuna realtà.”
Sono sue dichiarazioni molto forti quelle che ha appena fatto con la risposta precedente. Quale è la “chicca” in tutto ciò?
“La chicca? La farsa di aver organizzato in pompa magna una vergognosa inaugurazione con nastro, mancava solo la Miss, di una linea di montaggio dei mezzi che non c’è e non esiste. Eppoi, perché solo a distanza di due anni si dà il via? Non sopporto le fake news di continuo propinate ai cittadini padovani, da ormai due anni, tramite veline giornaliere che provocano assurdamente articoli ‘uguali’ nei giornali, e forse in barba alla libertà di stampa. Finalmente si è arrivati al ‘vedo’ per merito di questo assurdo viaggio senza senso, un autentico incredibile controproducente autogol del sindaco Giordani, Minganti, Ragona & Co”
Mi pare molto chiaro il suo pensiero. E il secondo post?
“Nel secondo, parto da una velina messa in bocca all’assessore Andrea Ragona, virgolettata sui giornali, ove impunemente l’assessore attesta che la produzione dei mezzi, non ancora avviata dopo due anni, non sarebbe terminata il 30 giugno 2026 così come imposto dal PNRR e dall’Europa ma soltanto nel 2027. Ragona motiva e giustifica con incredibile sicumera tale affermazione perché ‘il PNRR prevede solo che sia terminata la parte strutturale entro giugno del 2026’, concludendo: ‘e siamo in tabella’.
È questa una sua pericolosissima affermazione che, a mio parere, va contro la cruda realtà dei fatti ovvero che l’Europa, avendo finanziato un ‘sistema’ di trasporto, non distingue certo tra ‘lavori’ e ‘fornitura dei mezzi’, ma pretende che tutto sia completato entro giugno 2026 e quindi anche tutti i 28 mezzi.
Mi domando con incredulità e somma meraviglia, quale senso avrebbe completare i soli lavori, lasciando il resto ‘a babbo morto’?
Queste ennesime fakes dell’assessore al Tram, immagino in sintonia con APS e il Sindaco, sono estremamente pericolose per tutti noi cittadini padovani con figli e nipoti, perché, se Ragona avesse torto, dovremmo ritornare per tantissimi anni all’Europa tutti i finanziamenti per varie centinaia di milioni che Padova ha oggi ricevuto dal PNRR. Ricordo che il costo del SIR2 e del SIR3 somma più di 500 milioni di euro.”
Mi pare guerra aperta… Perché secondo lei accade tutto questo? Non può essere per il solo Ragona…
“Purtroppo, ormai, mi sono convinto che l’attuale direzione tecnica di Aps Holding, affiancata a chi in Comune si occupa del SIR2 ed a partire dall’assessore, non è all’altezza di portare a termine nei tempi imposti il grande progetto.”
Mi può spiegare meglio?
“Sono stati allontanati tutti i precedenti responsabili del SIR1, fino all’ultimo, sostituiti da ‘parvenus’, senza offesa, che di Sistema Translohr non sapevano nulla. Manca la qualità tecnica e l’esperienza specifica necessarie per un così grande progetto. Mi sento di dire che dai tempi di Antenore mai a Padova si è dato mano a lavori di tale imponenza contemporaneamente.
Ma appare che tutto ciò viene realizzato con improvvisazione e superficialità, denunciate quasi giornalmente anche dai puntuali rilievi dell’Associazione No Rotaie di Padova che avvalorano quanto dico.
Intanto, vergognosamente le ‘veline’ imperversano, col contemporaneo ‘silenzio’ imposto ai giornali su quanto accade di scabroso nei cantieri e sugli errori che di continuo vengono commessi. E si vocifera in Comune di una grandiosa e costosissima campagna stampa pubblicitaria di prossima partenza, per glorificare il Tram che ritengo del tutto inutile e superflua, visto quanto sto raccontando. Posso solo pensare che serve a finanziare con la pubblicità i giornali e tenerli a bagnomaria.”
Un suo pensiero forte e pesante verso la stampa, mi prende di sorpresa e lo riporto a titolo suo personale poiché non taglio mai le interviste. Ma dovevamo approfittare dei finanziamenti ottenuti, a rischio di perderli, o sbaglio?
“Senta, occorre sfatare questa storia. Anzitutto, voglio dichiarare che sono d’accordo con la realizzazione del SIR3 dopo il SIR1, dato che serve a completare quanto avviato e funzionante. Certo, col SIR3 errori e scelte disastrose a bizzeffe sono stati fatti, fin dalla gara che risulta ancora sotto il torchio di ANAC e del Consiglio di Stato, non dimentichiamolo, con errori quali il proseguire con l’acquisto di vetture ‘vecchie’ di 15 anni, costruite all’epoca per il Comune di Latina, arrugginite perché abbandonate nella campagna alsaziana e ora rimesse in pista; per continuare con il cronoprogramma, errato e disatteso comunque dalle imprese costruttrici, lente e con pochissimi operai e mezzi, in ritardo considerevole; per citare le incertezze di percorso, con clamorosi abbattimenti di alti alberi e la distruzione della più bella passeggiata della città, perpetrata dall’assessore Ragona già presidente di Legambiente e autore di libelli anti-Tram; per ricordare i goffi tentativi ancora in corso per rimediare al previsto abbattimento degli alberi di via Morgagni; per arrivare al secondo grande ponte di 90 metri, affiancato all’esistente sullo Scaricatore, in corso di realizzazione a Voltabarozzo, mastodontico, fuori-scala e col doppio di acciaio strutturale impiegato rispetto all’esistente che è più basso e in funzione da decenni malgrado sul nuovo i carichi di esercizio siano molto minori, essendo il metrobus ‘leggero’ rispetto ai super carichi di camion della esistente strada affiancata.
Ma malgrado tutto ciò, con l’incertezza di finire in tempo, sono d’accordo sulla realizzazione del SIR3.
Invece l’immenso errore è stato il pensare che la città potesse sopportare in contemporanea al SIR3, che già sconvolge mezzo territorio cittadino da nord a sud, la contestuale costruzione del SIR2, coi suoi 17,5 km di percorso da est a ovest, da Vigonza a Rubano, passando per la Stazione e il centro di Padova, piazza Garibaldi, corso Milano, Chiesanuova. Già oggi i disagi sono infiniti per tutti noi cittadini, eppure si sta lavorando solo sul SIR3 e per qualche sotto-servizio del SIr2. La città non potrà mai riuscire a sopportare la contemporaneità dei grandi cantieri del SIR2 e SIR3. Ribadisco che i lavori del SIR2 non sono ancora iniziati, con solo 20 metri realizzati su 17.500 metri totali, e che si dovrà lavorare per il SIR2 in un ‘continuum’ di cantieri da est a ovest per cercare di finire in 600 giorni entro il 30 giugno 2026 tutti i lavori.
Dimentichiamo le risibili ‘bufale’ di Ragona sui ‘cantierini di 50 m che si spostano lungo il percorso’, ma ripeto che sarebbe necessario invece un ‘continuum’ di lavori col cantiere aperto su tutto il percorso così come le imprese avranno certo richiesto proprio per poter cercare di finire in tempo. Ma tutto ciò non è possibile, pena il blocco di ogni attività all’interno della città per due anni almeno.”
E allora?
“Ho la convinzione che anche i lavori del SIR2 non chiuderanno in tempo per il PNRR. Cioè, entro il 30 giugno 2026. Non solo non avremo i mezzi, ma nemmeno i lavori. Altro che le certezze di Ragona. Si doveva avere il buonsenso di rinunciare ai finanziamenti del PNRR sul SIR2, che tra l’altro non sono gratuiti, ma al 70% da restituire. Ma questo non viene mai detto ai cittadini, la maggior parte dei quali pensano che il PNRR sia un regalo europeo. O meglio, si doveva per tempo pensare ad un sistema alternativo, diverso, meno impattante, senza rotaia. Sto pensando ad esempio a linee di autobus innovativi elettrici o a idrogeno, sullo stesso percorso del SIR2, su corsie ove possibile ‘riservate’, con minimi lavori impattanti sul delicato equilibrio trasportistico della Città e col minimo di disagio in fase di realizzazione.
La situazione è quindi molto pesante, molto peggiore di quello che già oggi appare. Cosa fare? Non mi pare che ci siano molte alternative: occorre cercare di salvare il salvabile, tra Padova-Roma-Strasburgo, verificando tutti insieme una possibile via di uscita, che vedo difficilissima.”
Intervista di: Claudio Gori